Dienstag 19. März 2024

Franz Jägerstätter (1907 – 1943) Martire

Breve biografia

Franz Jägerstätter nasce il 20 maggio a St. Radegund, Austria superiore (Diocesi di Linz), figlio naturale di Rosalia Huber, ragazza di servizio in una fattoria. Lei e il padre, Franz Bachmeier, non potevano sposarsi a causa delle loro condizioni economiche. Il bambino viene cresciuto dalla nonna materna, Elisabeth Huber, una donna amorevole, devota e con molti interessi. Durante la prima guerra mondiale la situazione economica della regione è molto grave. A scuola il piccolo Franz si sente discriminato a causa della sua povertà. Nel 1917 la madre sposa il contadino  Heinrich Jägerstätter, che adotta il figlio dellla moglie. Ispirato dal nonno adottivo, Franz inizia ad interessarsi ai libri, in particolare alla letteratura religiosa. Dal padre adottivo eredita la fattoria.
 
Dal 1927 al 1930 Franz Jägerstätter lavora in una miniera di ferro in Stiria. Lì si sente sradicato, tanto in ambito spirituale quanto in quello religioso, e vive un periodo di crisi esistenziale e di fede. Nel 1930 torna tuttavia nel paese natale con una fede più forte. 
Nel 1933 diventa padre della figlia naturale Hildegard. Madre del bambino è Theresia Auer, domestica in una fattoria vicina; in seguito ella racconta: „Ci siamo lasciati in pace, mi ha chiesto perdono“. Tra padre e figlia si instaura un buon rapporto.

 

Nel 1935 conosce Franziska Schwaninger, figlia di contadini del vicino paese di Hochburg. Si sposano il giovedì santo del 1936. Su proposta di lui, i due vanno in viaggio di nozze a Roma. Insieme gestiscono la fattoria. Il matrimonio rappresenta il punto di svolta nella vita di Franz Jägerstätter, in seguito al quale, come dicono i vicini, egli sarebbe diventato un altro. Franz e Franziska pregano insieme e la Bibbia diventa per loro una lettura quotidiana. Franziska racconta di questo periodo: „Ci siamo aiutati l‘un l‘altro nella fede“. Dal 1941 Franz Jägerstätter è anche sacrestano a St. Radegund. Dal matrimonio nascono tre figlie, Rosalia (1937), Maria (1938) e Aloisia (1940). Franz Jägerstätter dice: „Non mi sarei mai immaginato che essere sposati potesse essere così bello.“

 

Jägerstätter  fin dall‘inizio nega ogni collaborazione o sostegno ai nazionalsocialisti, che prendono il potere in Austria nel 1938, perché secondo lui il cristianesimo e il nazionalsocialismo sono totalmente incompatibili. Un sogno gli conferma che bisogna restare all‘erta: un treno che porta innumerevoli persone alla rovina si rivela essere il nazionalsocialismo con tutto il suo sistema.

 

Nel 1940 Jägerstätter viene chiamato al servizio militare ma, su richiesta delle autorità comunali, è dichiarato due volte insostituibile; egli non intende rispondere ad un ulteriore richiamo, perché considera un peccato combattere ed uccidere per permettere a Hitler di conquistare il mondo. La madre, i parenti e amici sacerdoti cercano di fargli cambiare idea. La moglie Franziska, pur sperando in una via d‘uscita, gli rimane accanto nalla sua decisione „Se non gli fossi stata vicina io, non avrebbe avuto nessuno“.

 

Franz Jägerstätter indica dettagliatamente i motivi della propria scelta in una serie di scritti. Egli considera un peccato del singolo combattere e uccidere uomini per portare alla vittoria un regime senza Dio e permettergli di sottomettere sempre più popoli.  Franz prega, digiuna e cerca consigli; chiede anche un colloquio al vescovo di Linz, Joseph Calasanz Fließer. Questi, fra le altre cose, sostiene che non è compito di un padre di famiglia stabilire se la guerra sia giusta o no. Franziska Jägerstätter accompagna il marito a Linz, ma non assiste all‘incontro. Ricorda ancora il momento in cui il marito esce dalla stanza del colloquio: „Era molto triste: Franz ebbe l‘impressione che il vescovo non osasse sbilanciarsi perché non lo conosceva: avrebbe potuto essere una spia. Mi disse ‚Non osano neanche loro, altrimenti poi sarà il loro turno‘,“.

 

Dopo un nuovo richiamo Franz Jägerstätter si presenta l‘1 marzo 1943 alla sua compagnia ad Enns, ma dichiara subito „che egli rifiuta il servizio militare con armi per la sua posizione religiosa, che se avesse combattuto per lo stato nazionalsocialista avrebbe agito contro la sua coscienza religiosa…, egli non può essere contemporaneamente nazionalsocialista e cattolico…e ci sono cose in cui bisogna obbedire più a Dio che agli uomini; in base al comandamento „ama il prossimo tuo come te stesso“, egli non può combattere con le armi in mano. È tuttavia pronto a prestare servizio come soldato in sanità.” (Dalla motivazione della sentenza della corte marziale del Reich del 6 luglio 1943).

 

Pertanto Jägerstätter viene portato nel carcere della Wehrmacht   di Linz, nell‘ex convento delle Orsoline. Due mesi di prigionia a Linz, con angherie e insulti, lo portano a una profonda crisi; il giovane contadino corre il rischio di perdere la propria fede. La felicità provata accanto a Franziska rappresenta per Franz un costante segno della presenza di Dio. All'inizio di maggio Franz Jägerstätter viene trasferito nel carcere della Wehrmacht di Berlino-Tegel. Fa richiesta di essere destinato in sanità, ma riceve un rifiuto. Il 6 luglio Franz Jägerstätter viene processato per renitenza alla leva e condannato a morte e „alla perdita della dignità militare e dei diritti civili“. Dal sacerdote Heinrich Kreutzberg egli viene a sapere che un anno prima il padre pallottino Franz Reinisch aveva rifiutato la leva con le sue stesse motivazioni, e per questo era morto. Conoscere questa vicenda è per lui un grande conforto e sostegno; l‘eucarestia, la Bibbia e una fotografia delle sue bambine sono, in questo periodo, di grande importanza per Franz.
 
Il 9 agosto 1943 Franz Jägerstätter viene condotto a Brandeburgo sull‘Havel e lì decapitato. I due cappellani del carcere, don Kreutzberg a Berlino e don Joch¬mann a Brandeburgo, lo considerano un santo e un martire. Nel 1965 l‘arcivescovo Thomas D. Roberts SJ (dal 1939 al 1959 a Bombay, India) durante i lavori del Concilio Vaticano II, in una dichiarazione scritta sulla scelta solitaria di coscienza di Franz Jägerstätter, ammonisce: “Martiri come Jägerstätter non devono avere mai la sensazione di essere lasciati soli.“

 

Il 7 maggio 1997, 54 anni dopo l‘esecuzione, la condanna a morte contro Jägerstätter viene annullata. L‘annullamento rappresenta un‘assoluzione e una giustificazione morale e giuridica del suo atto. La corte ha considerato che la seconda guerra mondiale non ha servito il popolo, ma i desideri di potere del nazionalsocialismo. Chi come Jägerstätter si oppone a un crimine non può essere un criminale.

 

Nel 1989 il vescovo Aichern dà incarico di ascoltare come testimoni persone che hanno conosciuto Jägerstätter. In seguito ai pareri positivi della conferenza dei vescovi austriaci, di una commissione storico-teologica e del Capitolo del duomo di Linz, nel 1997 è ufficialmente aperto il processo per la beatificazione di Franz Jägerstätter, chiuso presso la diocesi il 21 giugno 2001. Gli atti vengono inoltrati a Roma alla Congregazione delle Cause dei Santi.

L‘1 giugno 2007 il Vaticano conferma ufficialmente il martirio dell‘obiettore austriaco Franz Jägerstätter (1907-43). La beatificazione viene celebrata il 26 ottobre 2007 nel duomo di Linz.

(Da: Franz Jägerstätter_Christ und Märtyrer, Erna Putz; Franz Jägerstätter. Gedenken und Gebet.Novene)


I vescovi dott. Ludwig Schwarz und dott. Manfred Scheuer (Postulatore nel processo di beatificazione) affermano: 


(in: Franz Jägerstätter – Märtyrer. Leuchtendes Beispiel in dunkler Zeit)

„La Chiesa riconosce in modo significativo la posizione di quest‘uomo devoto, che ha certamente qualcosa da dire anche a noi, oggi.

 

Si può fare memoria di Franz Jägerstätter in diversi ambiti: sul piano più intimo della relazione con la moglie, le figlie, la sua famiglia; dal punto di vista della Chiesa, per la sua beatificazione e la questione della santità e del martirio; in ambito sociale per il confronto con il passato di guerra, con la generazione della guerra, con l‘inumanità e il terrore del nazionalsocialismo; in campo etico e pedagogico per i temi della guerra e dell‘obiezione, della libertà dalla violenza, dell‘educazione alla pace e al disarmo, dell‘autorità, della coscienza e dell‘obbedienza.

 

Franz Jägerstätter è un profeta con una larghezza di vedute e una profondità che pochi suoi contemporanei hanno avuto, è un esempio di fedeltà alle richieste della coscienza, un difensore della non violenza e della pace, una sentinella contro le ideologie, un uomo di fede per il quale Dio era davvero centro e fulcro della vita. La sua profetica testimonianza della verità cristiana riposa su una chiara, radicale e lungimirante analisi della barbarie del regime nazionalsocialista, che disprezza Dio e gli uomini, del suo razzismo, della sua ideologia di guerra e deificazione dello Stato, così come della sua volontà di distruzione della Chiesa e del cristianesimo. Grazie ad una coscienza formata e matura, ha pronunciato un no deciso al nazionalsocialismo e, a causa del suo coerente rifiuto di combattere come soldato nella guerra di Hitler, è stato giustiziato.“

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